Archeologi e studiosi sotto la supervisione della Soprintendenza di Sassari continuano a lavorare, scavare e ad esaminare ogni pietra, ogni oggetto che riemerge dal sottosuolo.
Dal circolo funerario di Li Muri, scoperto nel 1939, e dalla roccia monumentale naturale il Fungo, chiamato in dialetto Monti Incappiddhatu, sappiamo che nel Neolitico (V millennio a. C., circa il 4.200) Arzachena fondò la sua prima civiltà, dando vita ad una vera e propria cultura, la cultura di Arzachena.
Da quel momento e fino all’età del Bronzo, quando furono costruiti i primi nuraghi e le tombe dei Giganti (II millennio a. C., circa 1.800-1.400), c’è un lasso di tempo di circa 2.500 anni che le guide esperte del nostro parco tenteranno di riempire con racconti e testimonianze finora raccolte.
L’economia era di tipo agropastorale a quei tempi, ma ci sono dettagli importanti che testimoniano la forte attitudine al commercio e alla navigazione di quei popoli.
Il viaggio negli 8 siti di Arzachena è una continua scoperta. Le guide del parco racconteranno di viaggi nel Mediterraneo alla ricerca di materie prime, di dei venerati nel tempietto sacro di Malchittu, delle 100 capanne del villaggio nuragico La Prisgiona (di cui ancora 80 da recuperare), e delle tombe collettive del vicino sito di Coddu Ecchju che, secondo una credenza popolare, si pensava ospitassero resti di uomini di enormi dimensioni.